II corpo, uno scienziato del Centro Sperimentale, fu ritrovato al confine della Zona Scarti, dieci anni prima il Quartiere Gallaratese.
Era stato colpito alla testa da ripetuti colpi di un'arma contundente e sembrava che le gambe fossero passate attraverso un'affettatrice. Numerosi altri colpi erano stati inferti all'altezza dell'addome.
Uno spettacolo penoso.
— Uno spettacolo penoso — disse il commissario Falce. Alzò gli occhi dal cadavere steso sul marciapiede e li fece vagare attorno. Una serie di palazzi quasi tutti dello stesso colore circondavano il prato spoglio dove era stato ritrovato il corpo.
Il commissario sollevò il bavero dell'impermeabile. Una pioggerellina sottile e ghiacciata gli stava martoriando il collo.
— Sbrighiamoci — disse, rivolgendosi agli uomini vicino a lui.
Non gli piaceva stare lì. Quel posto era ormai fuori da qualsiasi controllo e se non fosse stato per il fatto che il morto era uno degli alti papaveri, col cavolo che ci sarebbe venuto.
Restò fermo, scrutandosi nervosamente intorno, intanto che gli uomini finivano di fare i loro rilevamenti. Il cadavere venne caricato su una vecchia autoambulanza che si allontanò nel buio, a sirene spiegate. Nessun mezzo di trasporto che appartenesse alla nuova generazione veniva utilizzato nella Zona Scarti. L'ultimo era stato bersagliato da decine di molotov. Non ne era rimasto altro che una carcassa fumante.
"D'altronde" pensò il commissario "a chi importava di entrare in quel quartiere?" Non certo ai pochi che erano rimasti a vivere in Superficie: l'elite, i veri potenti, la crème de la crème della società. Gli altri, quelli che vivevano "sotto" avevano ben altre preoccupazioni. E se quel quartiere lo avevano denominato Zona Scarti, una ragione c'era, no?
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