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Valerio Evangelisti: Eymerich contro Palahniuk

Written By robi on Friday, 15 February 2013 | 23:36



L'intervista a Chuck Palahniuk apparsa nel numero di novembre di Tutto Musica era corredata da questo breve racconto. In esso, la creazione più nota di Valerio Evangelisti, l'inquisitore Nicolas Eymerich, sottopone a interrogatorio uno dei personaggi del romanzo di Palahniuk Ninna Nanna, la strega Mona. Purtroppo, molti riferimenti risulteranno oscuri a chi non abbia letto il romanzo.
L’inquisitore generale Nicolas Eymerich guardò con disprezzo la donna legata sul sedile triangolare destinato agli imputati. Scarmigliata, aveva sulla testa riccioli neri parzialmente tinti di rosso. Dal collo le pendevano sul petto, quasi scoperto, collanine, ciondoli e altro ciarpame. Sotto una scapola le si scorgeva il tatuaggio di tre stelline nere. Il dettaglio più disgustoso erano però i piedi, coperti di un lerciume antico e infilati in un paio di zoccoli.
Eymerich si rivolse al notaio, seduto accanto a padre Corona sotto il pesante crocifisso che costituiva l’unico arredo della sala. «Signor Berjavel, leggetemi l’atto d’accusa.»
L’ometto raccolse un foglio e incominciò: «L’anno 1367, avanti a noi, frate Nicolas Eymerich, inquisitore dell’errore eretico nel regno di Aragona, è comparsa la sedicente Mona Sabbat, nota anche come “Gelso”, nata in terra ignota da genitori ignoti, la quale…»
«Saltate le premesse. Venite al dunque» ordinò Eymerich, innervosito.
«Come volete, magister.» Berjavel prese un secondo foglio e continuò: «…le attività e l’esistenza stessa di detta Mona Sabbat sono dovute alla scoperta di un grimorio di forma e rilegatura inconsuete. Sulla prima pagina è indicato il nome dell’autore, tale Chuck Pahlaniuk. Subito sotto, il presumibile titolo del libro di magia, Ninna nanna, sovrasta il disegno di un uccello morto.»
«Saltate ancora.»
Il notaio passò a un terzo foglio. «E’ scritto nel libro che detta Mona Sabbat, con la complicità di tale Ostrica, si sarebbe dedicata a operazioni di magia. Che nella propria abitazione avrebbe officiato ignuda, con adepti ignudi, riti appartenenti a un culto presumibilmente derivato dai Celti e chiamato Wicca. Che avrebbe ignobilmente tentato, fino al funesto successo finale, di impadronirsi del testo di una cantilena capace di uccidere a distanza, sia per perfezionare le proprie arti diaboliche, sia per impadronirsi del mondo…»
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